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CARESTIA IN MADAGASCAR

Il Madagascar, pur essendo uno degli ultimi produttori di gas serra al mondo, con appena lo 0.01% delle emissioni globali, è sull’orlo della prima carestia dovuta al cambiamento climatico. A stabilirlo è un nuovo report dell’ONU, secondo il quale decine di migliaia di persone stanno già soffrendo livelli “catastrofici” (livello 5) di fame e insicurezza alimentare dopo quattro anni senza pioggia.
La siccità, la peggiore degli ultimi 40 anni, ha devastato in particolare le comunità agricole nel sud del Paese, dove la popolazione è costretta a mangiare non solo erbe selvatiche, ma anche locuste e foglie di cactus per sopravvivere. La situazione, in termini di vittime, potrebbe peggiorare quando il Paese entrerà nella tradizionale “stagione di magra” prima del raccolto.
 
In parallelo, il territorio è interessato sempre più frequentemente da tempeste di sabbia che stanno creando un terreno arido, secco, inadatto alle coltivazioni. Il risultato è che la popolazione locale non riesce più a mangiare, dal momento che il clima non glielo permette.
 
La situazione che sta vivendo il Madagascar, secondo Shelley Thakral del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, «è senza precedenti. Queste persone non hanno fatto nulla per contribuire al cambiamento climatico. Non bruciano combustibili fossili, eppure stanno sopportando il peso del cambiamento climatico».
 
Gli esperti ritengono che il cambiamento climatico possa essere direttamente collegato alla crisi attuale. Gli scienziati ritengono inoltre che le autorità abbiano il dovere di lavorare per migliorare la gestione dell’acqua nei periodi in cui si verificano piogge al di sopra del normale, che ora è anche abbastanza semplice prevedere. Il tasso di malnutrizione acuta globale nei bambini al di sotto dei cinque anni è quasi raddoppiato nel corso degli ultimi quattro mesi e ha toccato quota 16,5%.
 
Circa 40.000 bambini con malnutrizione acuta grave sono già stati trattati tra gennaio e giugno di quest’anno, un numero tre volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2020. Sempre da gennaio a giugno del 2021, più di 125mila donne in gravidanza e bambini sotto i 5 anni hanno avuto necessità di cure salvavita.
 
La siccità causata dalla scarsità di piogge si è rivelata la più grave dal 1981, determinando la perdita della quasi totalità dei raccolti. Come se non bastasse, a causa della crisi sanitaria i prezzi degli alimenti sono aumentati vertiginosamente.
 
Organizzazioni non governative come il World Food Programme (WFP) stanno portando avanti programmi di emergenza per offrire assistenza attraverso la distribuzione di cibo, cercando di prevenire e trattare la malnutrizione acuta. Tuttavia, data la portata della crisi, è improbabile che questo sia sufficiente. La situazione in Madagascar è davvero preoccupante, con circa 1,4 milioni di cittadini del Paese che vivono in condizioni di insicurezza alimentare.
 
Sono numeri spaventosi destinati a peggiorare in modo inesorabili se non si interviene subito.
 
AURELLIE
La mamma è morta per complicazioni dopo il parto, e il papà a gennaio 2018, durante l’epidemia di peste, morì, dando inizio ad un periodo di povertà assoluta.

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